Ultimi argomenti attivi | » Test dove a Roma?Mar Lug 19, 2011 10:39 am Da Sphynx» "I test sugli animali? Il lancio di una monetina è più preciGio Mag 19, 2011 10:45 pm Da Sean» traduzione considerazioni Fiz UsmanyDom Mar 27, 2011 10:46 pm Da Sphynx» Tratto dal osservatorio italiano HCM felinaGio Gen 06, 2011 5:28 pm Da Sean» 2° test Obi OK!!!!Ven Mag 07, 2010 7:13 pm Da alicelisa » Ripetuti i Test!Sab Apr 03, 2010 1:47 pm Da Cinzia» testare giovani gattiMer Mar 10, 2010 1:28 pm Da Sphynx» Calendari ricerca HCMGio Feb 18, 2010 5:33 pm Da Grimalkin » Special Report to the Winn Feline FoundationMar Feb 09, 2010 5:21 pm Da Sphynx» test geneticiMar Feb 09, 2010 5:13 pm Da Sphynx» HCM e parametriVen Feb 05, 2010 1:23 pm Da Sphynx» database propostaMar Gen 26, 2010 3:15 pm Da Sphynx» prevenzione sì, prevenzione noDom Nov 01, 2009 7:48 pm Da Sphynx» un testo da http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_bloMar Ott 06, 2009 12:05 pm Da Sphynx» testVen Ago 28, 2009 1:58 pm Da Grimalkin » attendo i risultati test hcmDom Ago 09, 2009 3:11 pm Da Sphynx» ringraziamo Marina, GrimalkinDom Lug 26, 2009 4:42 pm Da Grimalkin » calendario 2010Lun Giu 22, 2009 2:17 pm Da Grimalkin » mamme dell'anno di sphynx positivo all'HCMMer Giu 17, 2009 6:14 pm Da Aurora » gatti hcm del forumMer Giu 17, 2009 12:49 am Da Cinzia |
| | HCM nel gatto, basi genetiche terapia parte I. | |
| | Autore | Messaggio |
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Sphynx Senior Sphynx
Numero di messaggi : 2474 Età : 114 Città - City : svizzera Data d'iscrizione : 02.01.08
| Titolo: HCM nel gatto, basi genetiche terapia parte I. Lun Giu 08, 2009 11:52 pm | |
| testo messo gentilmente a disp. dal cardiologo dei gatti di Tina e redatto da:
Roberto A. Santilli Dr Vet.Med.
D.E.C.V.I.M.-C.A. (Cardiology)
Clinica Veterinaria Malpensa
Via Verdi, 49
21017 - Samarate - Varese – Italy –
Introduzione
La cardiomiopatia ipertrofica (CMPI) è la più comune patologia cardiaca diagnosticata nel gatto
con un’incidenza pari all’1,6 %. E’ stata descritta una predominanza del sesso maschile (70-80 %),
un’età d’insorgenza variabile tra i 5 mesi e i 17 anni con una media di 4,8 – 7 anni. Non esiste una
predisposizione di razza anche se i Persiani e i Maine Coon sono spesso colpiti.
La CMPI è un disordine primario del miocardio caratterizzato da un’ipertrofia concentrica
ventricolare sinistra in assenza di cause secondarie responsabili. Esiste una marcata eterogenicità
nella distribuzione dell’ipertrofia miocardica a partire da forme globali e simmetriche, asimmetriche
settali totali o settoriali, asimmetriche parietali o ipertrofia dei muscoli papillari 3,11. Il rapporto peso
del cuore peso corporeo nei gatti con CMPI aumenta notevolmente con una media intorno a 6 g/kg
(valori normali 4,8 g/kg). L’atrio sinistro risulta spesso dilatato, il diametro ventricolare sinistro
risulta invece inversamente proporzionale alla gravità della patologia sottostante. Diversi gradi
d’ostruzione del tratto d’efflusso ventricolare sinistro sono stati descritti con ispessimento dei lembi
mitralici. A livello istologico si rilevano ipertrofia dei miociti, fibrosi e mineralizzazione distrofica
interstiziale e interfibrillare (20-40 %), iperplasia fibromuscolare delle coronarie intramurali (75
%).Una delle caratteristiche salienti nella diagnosi di CMPI primaria dell’uomo è la presenza di
fibre miocardiche mal orientate in almeno il 5% del setto interventricolare, dato presente nel 90 %
dei casi. Nel gatto invece tale reperimento risulta evidente solo nel 30 % dei soggetti, fatta
eccezione nella forma familiare del Maine Coon 6-7 dove il disorientamento delle fibre miocardiche
è frequente quanto nell’uomo.
Eziopatogenesi
L’eziologia della CMPI è sconosciuta nella maggior parte dei gatti. Nell’uomo è invece spesso
familiare, infatti, in circa il 50 % dei casi è ereditaria in modo autosomico dominante. Il punto di
mutazione più frequente è stato identificato a livello del gene che codifica la catene pesanti della Bmiosina
(35-40 %), e 50 punti diversi di mutazione esistono all’interno dello stesso gene 4. Oltre
alle mutazioni familiari anche mutazioni de novo o spontanee sono state dimostrate in pazienti
senza storia familiare di CMPI. Altri punti di mutazione sempre a carico del sarcomero sono spesso
causa di CMPI nell’uomo, tali mutazioni includono il gene della troponina (15 %), della alphatropomiosina
(5%), della miosina legante la proteina C e delle catene leggere della miosina.
Quest’ultimo tipo di mutazione causa marcata ipertrofia dei muscoli papillari con movimento
sistolico anteriore della valvola mitrale. Studi di laboratorio nel ratto hanno dimostrato che le
mutazioni della miosina non sono associate ma causano CMPI, particolarmente nel maschio, con
morte improvvisa durante l’esercizio come accade nell’uomo e nel gatto.
Recentemente è stata dimostrata anche una grave forma di CMPI in una famiglia di Maine Coon 6-7
e di Persiani 8 con ereditarietà di tipo semplice autosomico dominante e penetranza completa. Nei
Maine Coon la malattia risulta progressiva, e la maggior parte dei gatti presenta segni di CMPI dai
sei mesi ai due anni e mezzo. Un’altra mutazione familiare che causa una forma benigna di CMPI è
stata identificata in una famiglia di gatti americani a pelo corto che presentano ipertrofia dei
muscoli papillari e movimento sistolico anteriore mitralico, ma raramente segni d’ipertrofia
ventricolare 10. Come nell’uomo anche nel gatto la severità della malattia risulta strettamente
correlata al punto di mutazione del sarcomero. Molti ricercatori hanno analizzato i punti di
mutazione dell’uomo anche nel gatto 2,6 , trovando molti polimorfismi ma non mutazioni causanti la
malattia. Tra le altre potenziali cause di CMPI rientrano alterazioni nel trasporto del calcio,
aumentata sensibilità del miocardio alle catecolamine, aumentata produzione di catecolamine e
aumentata sensibilità del miocardio a fattori trofici quali ormoni tiroidei e ormoni della crescita.
Fisiopatologia
L’ipertrofia concentrica settoparietale e l’ostruzione dinamica subaortica causano una riduzione del
volume ventricolare telesistolico per riduzione del post-carico, talvolta così grave da causare
l’obliterazione della cavità ventricolare. La riduzione del volume sistolico induce progressivamente
una riduzione della gittata con aumento dell’aldosterone ematico e peggioramento dei segni di
congestione. Alla base della congestione del piccolo circolo si trova inoltre una grave disfunzione
diastolica causata da un ritardo nel rilassamento isovolumetrico con marcato aumento della
pressione intraventricolare, dalla tachicardia riflessa legata alla riduzione della gittata che impedisce
il riempimento in telediastole e dalla fibrosi miocardica che induce un’alterazione della compliance
ventricolare passiva. Come conseguenza del continuo aumento della pressione ventricolare
telediastolica e del rigurgito mitralico indotto dal movimento sistolico anteriore mitralico, l’atrio
sinistro si dilata, la pressione di riempimento progressivamente aumenta fino allo sviluppo d’edema
polmonare e versamento pleurico. Il gatto, il cane e la scimmia hanno, infatti, il polmone di tipo II
come descritto nel 1961 da McLaughlin con una pleura viscerale molto sottile e irrorata dalle vene
polmonari e drenata dalle vene pleuriche, di conseguenza un aumento della pressione venosa
capillare può indurre versamento pleurico. Altri autori indicano invece quale causa di versamento
pleurico nel gatto una concomitante insufficienza cardiaca sinistra, ipertensione polmonare e
insufficienza cardiaca destra.
Il movimento sistolico anteriore mitralico è stato ritrovato nel 67 % dei gatti con CMPI e si pensa
sia causato da un mal posizionamento dei muscoli papillari ipertrofici che spingono il lembo
anteriore mitralico nel tratto d’efflusso ventricolare sinistro con concomitante stenosi subaortica
dinamica e insufficienza mitralica. E’ proprio il rigurgito mitralico più che la stenosi subaortica a
deteriorare la funzione cardiaca con un progressivo aumento della pressione intratriale.
La dilatazione atriale sinistra, con rallentamento del circolo, l’esposizione del collagene
subendocardico, la marcata reattività delle piastrine del gatto sono alla base del frequente
ritrovamento di trombi atriali o auricolari sinistri, con successiva embolizzazione sistemica a livello
di triforcazione aortica, succlavia destra, arterie renali, mesenteriche, cerebrali o coronariche.
Anamnesi ed esame clinico
Nell’uomo la CMPI risulta evidente nelle prime due decadi di vita, come avviene nelle forme
familiari del Maine Coon, dove l’ipertrofia si sviluppa dal primo al terzo hanno di vita, esistono in
ogni modo forme benigne di CMPI con segni d’insufficienza cardiaca rilevabili tra i 7 e i 10 anni di
vita 6-7. Spesso in bibliografia l’età media dei gatti con CMPI è indicata tra i 4,8 e i 7 anni con un
range tra i 5 mesi e i 17 anni 1.
La maggior parte dei gatti con CMPI è asintomatica e presenta segni riferibili a cardiopatia con
insorgenza acuta nelle ultime 24-48 ore spesso preceduti da 4 o 5 giorni di anoressia. I segni clinici
comprendono tachipnea a riposo, dispnea, e raramente tosse spesso evocati da stress o trattamenti
medici. A volte l’unico segno di CMPI è rappresentato da zoppie o paralisi agli arti per fenomeni
tromboembolici, sincopi e in alcuni casi morte improvvisa causata da un peggioramento della
stenosi dinamica subaortica indotta da esercizio o più comunemente da tachiaritmie ventricolari che
deteriorano in fibrillazione ventricolare 1.
All’esame clinico oltre ai disturbi del respiro sono presenti alterazioni dell’auscultazione
rappresentate da soffi sistolici parasternali sinistri di 2-3/6 causati dalla concomitante stenosi
subaortica e insufficienza mitralica, caratteristicamente variano d’intensità a seconda della
frequenza cardiaca e allo stato d’eccitazione del paziente. Un altro reperto auscultatorio presente nei
gatti con CMPI, in special modo se con insufficienza cardiaca, è il ritmo di galoppo spesso
intermittente causato dall’insorgenza del terzo, quarto tono o dalla sommatoria dei due 1.
Diagnosi
La diagnosi di CMPI viene effettuata primariamente attraverso l’esame ecocardiografico una volta
scartate tutte le possibili cause d’ipertrofia ventricolare sinistra concentrica (ipertiroidismo,
ipertensione sistemica, acromegalia, patologie infiltrative miocardiche e pseudoipertrofia). Esistono
criteri maggiori e minori per la diagnosi di CMPI sia ecocardiografici che elettrocardiografici (Tab.
1). La diagnosi di certezza, anche nell’uomo, viene effettuata sulla base del ritrovamento di un
criterio ecocardiografico maggiore, due criteri ecocardiografici minori, di un criterio
elettrocardiografico maggiore e di un criterio ecocardiografico minore, o un criterio
ecocardiografico minore più un criterio elettrocardiografico minore 9.
La stadiazione dell’ipertrofia ventricolare concentrica viene effettuata con la metodica
monodimensionale ottenuta attraverso la scansione parasternale destra asse corto sotto l’attaccatura
delle corde tendinee, in telediastole. Solitamente gli spessori parietali e settali superano i 6,5 mm.
Occorre comunque porre particolare attenzione perché esistono diverse forme d’ipertrofia
asimmetrica settale, parietale, apicale e dei muscoli papillari che potrebbero essere sottostimate
esaminando unicamente il tracciato monodimensionale3. Tra le altre alterazioni presenti in corso di
CMPI ritroviamo una riduzione dei diametri cavitari ventricolari con, spesso, obliterazione
camerale, incrementi della massa ventricolare sinistra ottenuta con il metodo dell’ASE-cube,
riduzione del rapporto volume/massa causato da marcata ipertrofia sproporzionata rispetto al
volume cavitario con conseguenti alterazioni della geometria di camera. I lembi mitralici in corso di
CMPI sono spesso ispessiti e presentano movimento anomalo ridondante3. Con il Doppler a
codifica di colore è spesso possibile evidenziare il movimento sistolico anteriore mitralico (MSA) e
la presenza dei due jet contemporanei della stenosi subaortica e dell’insufficienza mitralica3. Anche
con la metodica mono e bi-dimensionale è possibile evidenziare il MSA e stadiarlo in severo o
moderato a seconda del contatto tra il lembo mitralico anteriore e il setto interventricolare. Il
Doppler spettrale identifica il gradiente pressorio subaortico che è positivamente correlato alla
severità del MSA. Il MSA può essere concomitante all’ipertrofia ventricolare, precederla o essere
l’unica anomalia che accompagna la CMPI con ipertrofia dei muscoli papillari 3. Sempre con il
Doppler spettrale è possibile interrogare i flussi transmitralici, venosi polmonari e del tratto
d’efflusso ventricolare sinistro e destro, per ottenere informazione utili circa la funzione diastolica
ventricolare e la pressione atriale 12. | |
| | | Sphynx Senior Sphynx
Numero di messaggi : 2474 Età : 114 Città - City : svizzera Data d'iscrizione : 02.01.08
| Titolo: Re: HCM nel gatto, basi genetiche terapia parte I. Lun Giu 08, 2009 11:53 pm | |
| parte seconda
Trattamento Il primo passo nel trattamento della CMPI è risolvere lo stadio acuto d’insufficienza cardiaca congestizia attraverso toracentesi e la risoluzione dell’edema polmonare cardiogeno. A questo proposito il farmaco di prima scelta è la furosemide per via endovenosa o intramuscolare secondo lo stato di stress del paziente. Spesso si preferiscono basse dosi ripetute frequentemente rispetto ad alte dosi che influenzano negativamente lo stato d’idratazione e il bilancio elettrolitico. La furosemide viene somministrata a 1 mg/kg ogni ora endovena o 2 mg/kg ogni due ore intramuscolo in concomitanza a nitroglicerina unguento al 2% o cerotto ogni 6 o 24 ore. La dose viene ripetuta ad intervalli regolari fino all’inizio dell’urinazione e alla discesa della frequenza respiratoria di 10 atti respiratori al minuto. Per i soggetti meno stressati, in cui viene scelta la via endovenosa, viene utilizzata una soluzione ipotonica costituita dalla miscelazione 1:1 di glucosio 5 % e NaCl 0,9 % con integrazione di 8 mEq di KCl, alla velocità d’infusione di 45 ml/kg/24 ore. La somministrazione d’ossigeno umidificato può essere praticata attraverso una gabbia ad ossigeno, un sondino nasale o con mascherina, esclusivamente se non comporta una condizione di stress per il paziente. Dopo la risoluzione del fatto acuto la furosemide viene somministrata per via sottocutanea inizialmente ogni 8 ore, poi per via orale con dosi e intervalli variabili secondo la gravità della patologia sottostante e l’efficacia dei trattamenti concomitanti. La terapia farmacologica cronica della CMPI mira a migliorare il riempimento diastolico e ridurre l’ischemia, risolvendo gran parte della sintomatologia associata alla CMPI. A differenza dell’uomo dove l’aumento della pressione telediastolica è massimo durante l’esercizio, nel gatto lo è invece anche a riposo, per cui è indispensabile trattare la congestione venosa secondaria con furosemide. I B-bloccanti riducono la frequenza cardiaca, prolungano la diastole migliorando il riempimento passivo e riducono la richiesta si ossigeno miocardico. Alcuni autori consigliano i beta-bloccanti in casi d’ostruzione dinamica subaortica, anche se studi in umana hanno dimostrato una riduzione del gradiente sotto esercizio ma non a riposo 5,13. Tra i B-bloccanti usati in medicina felina ritroviamo il propranolo a 0,5 – 2 mg/kg ogni 8 ore o l’atenololo 6,25-12,5 mg ogni 12 ore. Altra categoria di farmaci che migliora il riempimento diastolico sono i calcio-antagonisti e in particolar modo il Diltiazem. Questo farmaco riduce la formazione d’edema, riduce lo spessore parietale in alcuni gatti, migliora notevolmente il rilassamento isovolumetrico, principale alterazione nei gatti con CMPI. Gli effetti sull’ostruzione dinamica sono dibattuti, alcuni autori ritengono che anche i calcio-antagonisti riducono il MSA e la pressione atriale; in letteratura umana è stato dimostrato un peggioramento del MSA dovuto ad una riduzione della pressione arteriosa sistemica 5,13. Il Diltiazem viene utilizzato a 7,5 mg ogni 8 ore o 30 mg ogni 12 – 24 ore nella formulazione retard. L’utilizzo di B-bloccanti e calcio-antagonisti associati non è d’alcun beneficio rispetto all’utilizzo dei farmaci singoli. Non è stata dimostrata nessuna evidenza che l’utilizzo sia dei B-bloccanti sia dei calcio-antagonisti riduca la possibilità di morte improvvisa in corso di CMPI. Studi in umana suggeriscono che a tale proposito la somministrazione di basse dosi d’amiodarone (100-300 mg die) può essere invece efficace, come l’impianto di defibrillatori 13. Altre opzioni terapeutiche suggerite in medicina umana per alleviare i sintomi riferibili ad ostruzione dinamica subaortica sono la miotomia settale o l’utilizzo di pacemaker bicamerali sequenziali 13. La prevenzione della tromboembolia arteriosa nei pazienti con CMPI è indicata in caso di marcata dilatazione atriale sinistra (> 20 mm), presenza d’autocontrasto spontaneo atriale o auricolare, o in caso d’episodi pregressi di zoppie o paralisi. L’acido acetilsalicilico a 75 mg ogni 3 di, è il farmaco più utilizzato, ultimi lavori consigliano la somministrazione giornaliera di Warfarin sodico (Coumadin) a 0,5 mg ogni 24 ore per via orale. Il Coumadin presenta molti effetti collaterali ed è difficilmente dosabile, viene monitorata la sua efficacia attraverso lo studio dell’I.N.R. (International Normalisation Ratio), pratica ancora poco nota in veterinaria. L’utilizzo di nitrati e calcio-antagonisti previene l’aggregazione piastrinica inibendo l’ADP, l’acido arachidonico e la prostaglandina H2. Prognosi Il tempo di sopravvivenza è influenzato oltre che dalla gravità della CMPI, dalla presenza di segni clinici riferibili ad insufficienza cardiaca congestizia o tromboembolia arteriosa. Gatti con insufficienza cardiaca congestizia vivono in media 3 mesi, gatti con fenomeni trombotici 2 mesi. Le aspettative di vita salgono notevolmente in caso di pazienti asintomatici (1830 giorni) 1. Bibliografia 1. Atkins CE, Gallo AM, Kurzman ID, Cowen P (1992). Risk factors, clinical signs, and survival in cats with clinical diagnosis of idiopathic hypertrophic cardiomyopathy:74 cases (1985-1989). J Am Vet Med Assoc 201:613-618. 2. Baty CJ, Arthur J, Sherry B, Watkins H (1999). Genetics of feline familial hypertrophic cardiomyopathy. J Vet Intern Med 13:267. 3. Fox PR, Liu SK, Maron BJ (1995). Echocardiographic assessment of spontaneously occuring feline hypertrophic cardiomyoopathy. An animal model of human disease. Circulation 92:2645- 2651 4. Geisterfer-Lowrance AA, Kass S, Tanigawa G, Vosberg HP, McKenna W, Seidman CE, Seidman JC (1990). A molecualr basis for familial hypertrophic cardiomyopathy: A B cardiac myosin heavy chain gene missense mutation. Cell 98:999-1006. 5. Gilligan DM (1996) Medical therapy for symptomatic patients with hypertrophic cardiomyopathy. Cardiol Rev 4:263-270. 6. Kittleson MD, Kittleson JA, Mekhamer Y (1996). Development and progression of inheredited hypertrophic cardiomiopathy in Maine Coon cats. J Vet Intern Med 10:165. 7. Kittleson MD, Meurs KM, Kittleson JA, Munro M, Liu SK, Towbin JA (1998), Heritable characteristics, phenotypic expression, and natural history of hyperttophic cardiomyopathy in Maine Coon cats. J Vet Intern Med 12:198. 8. Martin L, VandeWoude S, Boon J, Brown D (1994). Left ventricular hypertrophy in a closed colony of persian cats. J Vet Intern Med 8:143. 9. McKenna WJ, Spirito P, Desnos M, Dubourg O, Komajda M (1997). Experience from clinical genetics in hypertrophic cardiomyopathy: proposal for new diagnostic criteria in adult members of affected families. Heart 77:130-132. 10. Meurs K, Kittleson MD, Towbin J, Ware W (1997). Familial systolic anterior motion of the mitral valve and/or hypertrophic cardiomyopathy in apparently inheredited as an autosomal dominant trait in a family of American shorthair cats. J Vet Internal Med 11:138. 11. Peterson EN, Moise NS, Brown CA, erb HN, Slater ME. (1993). Heterogeneity of hypertrophy in feline hypertrophic heart disease. J Vet Intern Med. 7:183-189. 12. Santilli RA, Bussadori C (1998). Doppler echocardiographic study of left ventricular diastole in non-anaesthetized healthy cats. The Vet Journal 156:203-215 13. Spirito P, Seidman CE, McKenna WJ, Maron BJ (1997). Medical progress: the management of hypertrophic cardiomyopathy. N Engl J Med 336:775-785. Tabella 1: Criteri ecocardiografici ed elettrocardiografici maggiori e minori per la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica nel gatto. Criteri Maggiori Criteri Minori Ecocardiografici Ecocardiografici Ipertrofia concentrica settale e/o parietale con spessore in telediastole > 8 mm Ipertrofia concentrica settale e/o parietale con spessore in telediastole tra 6,5 e 8 mm Massa ventricolare sinistra > 15 g Ipertrofia asimmetrica zonale - setto, parete posteriore, muscoli papillari Movimento sistolico anteriore mitralico severo - Contatto setto-lembo mitralico - Gradiente pressorio > 3,5 m/sec. Massa ventricolare sinistra tra 12 e 15 g Movimento sistolico anteriore mitralico moderato - Senza contatto setto-lembo mitralico - Gradiente pressorio tra 2 e 3,5 m/sec. Ispessimento lembi mitralici con movimento ridondante Elettrocardiografici Elettrocardiografici Ingrandimento ventricolare sinistro - R > 0,9 mV in D2 (con T4 e fT4 nella norma) Blocco del fascicolo anteriore | |
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